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Intervista a Marco Dodaro | CreationDose

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Intervista a Marco Dodaro
Strategic Solution Director di CreationDose

Le interviste di andzup

TikTok Shop e la nuova era del Social Commerce: engagement, creator economy e conversioni al centro del funnel

Con TikTok Shop, l’engagement pubblicitario evolve da semplice vanity metric a leva concreta di conversione. In questa intervista esploriamo come il social più dinamico del momento stia riscrivendo il ruolo del contenuto e del creator, spostando l’attenzione dal puro intrattenimento alla performance commerciale, in un ecosistema ormai completamente full-funnel. Analizziamo le nuove metriche che contano davvero, le sfide operative che i brand devono affrontare — dalla produzione di contenuti su larga scala alla gestione del live shopping — e il cambio di paradigma richiesto nel collaborare con i creator in chiave affiliate. Una riflessione strategica, pensata per chi oggi deve coniugare branding e vendita in uno dei contesti più competitivi e in rapida evoluzione del digital marketing.

Lasciamo la parola a Marco Dodaro, Strategic Solution Director di CreationDose

TikTok Shop: come si sta riscrivendo il concetto di engagement pubblicitario?

L’introduzione di TikTok Shop sta profondamente riscrivendo il concetto di engagement pubblicitario sulla piattaforma, trasformando radicalmente il ruolo di TikTok nel panorama dei social media.

Con l’integrazione nativa delle funzionalità di acquisto, TikTok si posiziona come una delle piattaforme social più complete nel panorama mondiale, diventando effettivamente “full-funnel”. Prima di Shop, TikTok eccelleva prevalentemente nelle fasi alte e medie del funnel di marketing: awareness (scoperta), interest (interesse) e consideration (considerazione). L’engagement era misurato principalmente attraverso le cosiddette “vanity metrics” (visualizzazioni, like, commenti, condivisioni) – indicatori importanti, ma spesso scollegati dall’impatto diretto sulle vendite, che avvenivano quasi sempre esternamente alla piattaforma.

Ora, con TikTok Shop:

  1. L’esperienza utente è completa: l’utente può scoprire un prodotto tramite un video organico, una ads o una live, approfondirne i dettagli, aggiungerlo al carrello ed effettuare l’acquisto senza mai lasciare l’app di TikTok. Questa esperienza d’acquisto fluida e integrata (“seamless”) è un cambiamento fondamentale.

  2. L’engagement si estende al low-funnel: di conseguenza, il concetto di “engagement” si espande. Non si limita più all’interazione superficiale con il contenuto, ma include azioni concrete e misurabili che appartengono alla parte bassa del funnel (low-funnel).

Focus su KPI di conversione: questa capacità di tracciare l’intero percorso utente fino all’acquisto permette ai brand e agli advertiser di spostare il focus. Le campagne non mirano più solo a generare buzz o visualizzazioni, ma possono essere ottimizzate e valutate sulla base di KPI direttamente legati alla conversione e al ritorno sull’investimento pubblicitario (ROAS). L’engagement misurabile ora include metriche che hanno un impatto diretto sul business.

Come si sta ridefinendo il ruolo dei creator?

TikTok Shop sta ridefinendo profondamente la figura del creator sulla piattaforma, trasformandolo in un attore molto più integrato nel ciclo di vendita. I creator assumono ora una posizione sempre più centrale nel processo d’acquisto degli utenti. La loro influenza non si ferma più alla semplice ispirazione o intrattenimento. Grazie alle funzionalità native di Shop, come i tag prodotto e le vetrine, le loro raccomandazioni possono tradursi direttamente  in acquisti senza che l’utente debba lasciare l’applicazione.

In questa fase di consolidamento della feature, i creator rivestono anche un’importante funzione educativa. Molti stanno infatti producendo contenuti, come video tutorial, che guidano gli utenti passo passo nell’utilizzo delle nuove funzionalità di acquisto, spiegando come aggiungere articoli al carrello o completare una transazione. Questo non solo agevola l’adozione dello strumento da parte della community, ma rafforza anche la fiducia complessiva nel sistema di e-commerce integrato di TikTok.

Questo meccanismo si struttura di fatto come un modello di affiliate marketing, dove i creator vengono incentivati economicamente a promuovere i prodotti. Guadagnano infatti commissioni dirette sulle vendite generate attraverso i loro contenuti, con percentuali che comunemente si attestano tra il 10% e il 20%. Si sta così delineando e consolidando una nuova figura all’interno dell’ecosistema TikTok: quella dell’affiliate creator, il cui successo si misura non solo in termini di engagement, ma anche sulla capacità di generare conversioni e vendite dirette.

 

Quali sono le principali sfide per i brand nel presidiare il canale e nell’implementare campagne efficaci?

Per i brand che desiderano presidiare efficacemente TikTok, specialmente con l’integrazione delle funzionalità Shop, emergono diverse sfide significative che richiedono un adattamento strategico e operativo.

Una delle prime grandi sfide riguarda la necessità di una generazione quasi massiva di contenuti. L’algoritmo e la natura della piattaforma premiano la costanza e la frequenza, spingendo i brand a produrre un volume elevato di materiale. Inoltre, il tipo di contenuto che performa meglio su TikTok è spesso diverso da quello tradizionale: si prediligono contenuti sempre meno articolati e patinati, a favore di uno stile più spontaneo, autentico e con un chiaro focus sul prodotto mostrato in modo naturale. Questo richiede un cambio di mentalità e di processi creativi interni, spesso lontani dalle produzioni pubblicitarie classiche.

Un’altra sfida cruciale risiede nella capacità (e volontà) dei brand di affidarsi in modo significativo al canale dell’affiliate marketing tramite i creator. Sebbene potente, questo approccio implica una delega importante: i brand non hanno controllo sull’approvazione finale dell’output creativo del creator. Per mantenere l’autenticità che rende efficace la collaborazione, i brand devono accettare la mancanza di supervisione diretta sul messaggio finale, affidandosi alla capacità del creator di interpretare il brief in modo genuino. Questo richiede fiducia, linee guida chiare ma flessibili, e l’accettazione di un certo grado di rischio reputazionale o di coerenza del messaggio.

Infine, l’introduzione e la gestione efficace del live shopping rappresentano un ulteriore ostacolo da superare. Questo si configura come un nuovo strumento di vendita diretta, estremamente potente per l’interazione in tempo reale e la conversione immediata. Tuttavia, richiede competenze specifiche (presentazione live, gestione della community, moderazione in tempo reale) e rappresenta una forma di comunicazione con molti meno filtri rispetto alla community. L’interazione è diretta, immediata e potenzialmente imprevedibile, richiedendo ai brand preparazione, agilità e autenticità per gestire efficacemente questo canale e trasformarlo in un vero motore di vendite.

Ci sai indicare alcune best practice per una strategia di social commerce efficace su questa piattaforma?

Per avere successo con il social commerce su TikTok Shop, è fondamentale adottare una strategia multicanale che integri creatività, interazione e le funzionalità specifiche della piattaforma. Ecco alcune best practice:

  1. Creare contenuti autentici e shoppable: produrre video che siano in linea con lo stile nativo di TikTok – spontanei, divertenti, magari educativi, ma soprattutto autentici. Integrare i prodotti in modo naturale all’interno di questi contenuti, non come interruzioni pubblicitarie. Utilizzare efficacemente i tag prodotto per rendere i contenuti direttamente acquistabili (“shoppable”) senza interrompere l’esperienza utente.

     

  2. Ottimizzare la vetrina dello shop (Shop Tab): curare attentamente la sezione Shop sul proprio profilo, assicurandosi che i prodotti siano ben presentati con immagini/video di qualità, descrizioni chiare e prezzi corretti. Organizzare i prodotti in categorie logiche per facilitare la navigazione dell’utente che visita attivamente la vetrina.

     

  3. Sfruttare strategicamente le live shopping: uUtilizzare le sessioni Live non solo per vendere, ma per costruire una community. Pianificare eventi Live tematici, sessioni di Q&A sui prodotti, dimostrazioni pratiche e offrire promozioni esclusive per chi partecipa in diretta. L’interazione in tempo reale è cruciale per creare fiducia e guidare le conversioni.

     

  4. Collaborare con creator: identificare e collaborare con creator (tramite il programma Affiliate) la cui audience sia realmente in target e il cui stile sia affine al brand. Dare loro libertà creativa per presentare i prodotti in modo autentico. La raccomandazione genuina è molto più potente.

     

  5. Monitorare le performance e ottimizzare: utilizzare gli analytics forniti da TikTok (sia per i contenuti che per lo Shop) per capire cosa funziona meglio. Analizzare quali video generano più interesse verso i prodotti, quali prodotti vendono di più, quali creator portano più conversioni e quali percorsi d’acquisto sono più efficaci. Usare questi dati per affinare continuamente la strategia.

Quali metriche sono più indicative del successo su TikTok Shop?

Per comprendere appieno le performance e l’efficacia della propria attività commerciale su TikTok Shop, è essenziale concentrarsi su un insieme specifico di Key Performance Indicators  che consentano di misurare non solo il volume delle vendite generate, ma anche l’efficienza con cui l’interesse suscitato sulla piattaforma si traduce in acquisti concreti. Possiamo quindi raggrupparli in due sottogruppi:

1. Metriche di vendita (volume e valore),  che misurano l’output commerciale diretto della tua attività su TikTok Shop.

  • GMV o Gross Merchandise Volume: è forse la metrica principale per il volume d’affari. Rappresenta il valore totale di tutti i prodotti venduti sulla piattaforma in un determinato periodo, prima di considerare costi, commissioni o rimborsi. Indica la scala complessiva delle vendite generate tramite TikTok Shop.
  • Units Sold: il numero totale di singoli prodotti venduti. È utile per capire quali prodotti sono più popolari e per la gestione dell’inventario.
  • Orders: il numero totale di transazioni completate. Un singolo ordine può contenere più articoli.
  • Buyers: il numero di clienti unici che hanno effettuato almeno un acquisto. Misura la crescita della base clienti. Confrontando Ordini e Acquirenti si può intuire la frequenza di acquisto.
  • SKU Orders:analizza le vendite a livello di singola variante di prodotto (taglia, colore, ecc.). Fondamentale per capire quali specifiche versioni dei prodotti sono più richieste e ottimizzare lo stock.
  • Refunds: iIl numero o il valore degli ordini rimborsati. È una metrica chiave per monitorare la soddisfazione del cliente e la qualità del prodotto/servizio. Un alto tasso di rimborsi può indicare problemi da risolvere e impatta direttamente la redditività netta.

2. Metriche di traffico e conversione (efficienza del funnel), che aiutano a capire quanto efficacemente stai trasformando l’interesse generato su TikTok in vendite effettive all’interno dello Shop.

  • Page vViews: il numero totale di volte in cui le pagine dei tuoi prodotti all’interno di TikTok Shop sono state visualizzate. Indica l’interesse generato dai tuoi contenuti (video, live, ads) che rimandano allo Shop.
  • Visitors: il numero di utenti unici che hanno visitato le pagine dei tuoi prodotti nello Shop. Mostra quante persone diverse stai raggiungendo con la tua offerta.
  • Conversion rRate: questa è una metrica di efficienza cruciale. Si calcola solitamente come (Numero di Ordini / Numero di Visitatori) * 100. Indica la percentuale di visitatori dello Shop che completano effettivamente un acquisto. Un buon tasso di conversione segnala che i prodotti, i prezzi e l’esperienza d’acquisto sono efficaci nel trasformare l’interesse in vendita.

Mentre le prime danno la misura del risultato finale, le metriche di traffico e il tasso di conversione ti spiegano come stai ottenendo quei risultati e quanto è efficiente il tuo funnel di vendita all’interno di TikTok. Monitorarle tutte insieme offre una visione completa della performance del tuo TikTok Shop

Gli UGC sono da sempre uno strumento di autenticità e coinvolgimento. Con TikTok Shop diventano touchpoint commerciale: come cambia la strategia di produzione e gestione degli UGC quando l’obiettivo non è più solo l’awareness, bensì anche la conversione?

Possiamo condensare questo cambiamento di strategia in 3 punti fondamentali:

  1. Orientare la creazione verso il prodotto mantenendo spontaneità: incoraggiare strategicamente (tramite campagne, incentivi, o semplici suggerimenti) la creazione di UGC che mostrino il prodotto in modo autentico durante l’uso, evidenziandone i benefici reali o l’esperienza post-acquisto. L’obiettivo è ottenere contenuti spontanei che siano però intrinsecamente utili e rilevanti per un potenziale acquirente, rispondendo implicitamente a possibili domande e dubbi.

  2. Utilizzo attivo e strategico per la conversione, che consiste nel selezionare e gestire gli UGC non solo in base all’engagement, ma soprattutto valutando la loro efficacia nel presentare il prodotto e nel generare fiducia verso l’acquisto. Questo implica amplificare i contenuti più performanti in chiave commerciale, integrarli nel percorso d’acquisto e riutilizzarli in campagne pubblicitarie mirate per trasformare la social proof in un diretto motore di vendite.

  3. Riconoscere che il valore primario dell’UGC risiede nella sua autenticità. Anche se l’obiettivo si sposta verso la conversione, è fondamentale che ogni azione, dallo stimolo alla gestione, preservi la credibilità e la genuinità del contenuto. Evitare pratiche che possano far percepire l’UGC come pubblicità mascherata o forzata, poiché questo ne minerebbe l’efficacia e la fiducia su cui si basa il suo potere di influenzare le vendite.
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TUTTI GLI EDITORIALI ED INTERVISTE

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Editoriale del 19 luglio 2024

Il report “2024 IAB Digital Video Ad Spend & Strategy”, condotto da IAB USA, mette in luce una trasformazione significativa nei KPI prioritari per le campagne video: vendite, visite in negozio/sito web e lead hanno ora assunto un ruolo centrale, surclassando portata e frequenza come metriche di successo.

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Editoriale del 12 luglio 2024

“L’interesse che abbiamo concentrato sulla fashion industry è sicuramente motivato dal suo ruolo primario per il nostro Paese in assoluto e per l’espressione della sua equity sui mercati globali, ma anche perché è un settore per cui pensiamo di avere grandi potenzialità di consulenza. L’equilibrio e la crescita del business si gioca sulla perfetta calibrazione fra costruzione di marca, la brand Fame, e guida dei brand per le consumatrici attraverso la categoria, il Flow. Per questo pensiamo che il consolidamento delle dinamiche phygital, insieme alla necessità dei brand di esprimere al meglio il concetto di inclusività per le differenti generazioni e per ciascun individuo, sia una sfida da cogliere con una nuova modalità di leggere il marketing, quale è il nostro approccio Fame & Flow”.

Queste le parole di Enrico Girotti, Managing Partner, Strategy e Growth di Initiative Italia a commento del report “State of Fashion2” condotto dall’azienda.

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Editoriale del 5 luglio 2024

Per nove edizioni consecutive, il Salesforce State of Marketing ha analizzato l’impatto delle tecnologie emergenti sui professionisti del marketing, raccogliendo dati da 4.800 esperti in 29 paesi, inclusi 250 in Italia.

L’ultima indagine evidenzia come l’IA generativa rappresenti, contemporaneamente, priorità e sfida per i marketer italiani: se da un lato, infatti, è in grado di offrire enormi opportunità per migliorare la connessione con i clienti, dall’altro richiede però una gestione ottimale dei dati per sfruttarne appieno il potenziale. Solo attraverso questa gestione sarà possibile creare percorsi personalizzati che incrementano la fedeltà dei clienti e le vendite.

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Drive to Store e omnicanalità: il futuro del retail

Gli articoli dei nostri esperti

Drive to Store e omnicanalità: il futuro del retail

Base de données marketing BtoB

In un contesto sempre più connesso e orientato all’omnicanalità, integrare in modo efficace l’esperienza fisica in-store con i canali digitali è diventato un elemento chiave per rispondere alle nuove abitudini di consumo. Le strategie Drive to Store si affermano come leve centrali nei moderni processi di marketing, con l’obiettivo di intercettare e soddisfare le aspettative di clienti sempre più esigenti e digitalmente consapevoli.

Cos’è il Drive to Store e perché è importante

Il Drive to Store è una strategia che ha l’obiettivo di aumentare il traffico verso i punti vendita fisici, attraverso azioni digitali mirate. In un contesto sempre più connesso, questa tattica si rivela fondamentale per le aziende che vogliono trasformare l’interesse online in visite in-store, intercettando i consumatori lungo tutto il loro percorso d’acquisto.

Oggi, gli utenti sono abituati a cercare informazioni dettagliate su prodotti e servizi direttamente online, per poi completare l’acquisto nel negozio fisico. Questo comportamento, noto come effetto ROPO (Research Online, Purchase Offline), rende imprescindibile una presenza digitale forte, coerente e ben strutturata.

Effetto ROPO: influenza sul processo di decisione

Il fenomeno ROPO ha modificato in modo sostanziale le dinamiche del mercato retail, introducendo nuove sfide e opportunità per brand e rivenditori. Oggi, circa l’80% dei consumatori effettua ricerche approfondite online prima di recarsi in un punto vendita, analizzando caratteristiche, recensioni, prezzi e disponibilità. Questo comportamento ibrido rende indispensabile per le aziende costruire una presenza solida e coerente, in grado di rispecchiare l’esperienza in-store. Non si tratta più solo di vendere su internet o nei negozi, ma di connettere i canali in modo sinergico, garantendo al cliente un percorso fluido, informato e continuo. Intercettare l’utente già nella fase esplorativa è diventata un vantaggio competitivo di primo piano.

Omnicanalità: una strategia necessaria per i brand

Adottare un approccio omnicanale è diventata una scelta strategica imprescindibile. I consumatori non cercano soltanto un prodotto, ma desiderano un’experience fluida e personalizzata lungo l’intero percorso d’acquisto. In questo scenario si inserisce il concetto di phygital, che unisce il mondo fisico e quello digitale in un’unica experience integrata. L’obiettivo è offrire al cliente la possibilità di passare senza frizioni da un canale all’altro, valorizzando ogni singolo punto di contatto con il brand – dal sito web al punto vendita, dai social media alle app mobile.

Phygital: come integrare fisico e virtuale

La strategia phygital rappresenta una delle tendenze più rilevanti nel marketing contemporaneo. Integra strumenti digitali come QR code, app interattive, realtà aumentata e tecnologie di proximity marketing con esperienze fisiche coinvolgenti e memorabili. Questa combinazione potenzia l’engagement, migliora la soddisfazione del cliente e rafforza la relazione con il brand.

Investire in soluzioni phygital consente di:

  • offrire esperienze omnicanale coerenti;

  • incrementare la fidelizzazione dei clienti;

  • differenziarsi dai competitor grazie a un customer journey più ricco e coinvolgente.

In un mercato sempre più competitivo, essere capaci di connettere mondo fisico e digitale è una leva strategica per costruire relazioni durature e valore reale.

ll ruolo strategico del negozio fisico nell’ecosistema omnicanale

Nonostante la costante crescita dell’ecommerce, il negozio fisico continua a rappresentare un punto di riferimento essenziale nel processo d’acquisto. Secondo una ricerca condotta da Shopfully e Offerista, su 11.000 intervistati, il 95% preferisce concludere i propri acquisti direttamente in store. Questo dato conferma quanto sia fondamentale integrare in modo sinergico canali offline e online all’interno di una strategia Drive to Store.

L’apertura di un nuovo punto vendita, infatti, non solo rafforza la presenza del brand sul territorio, ma può anche generare effetti positivi sulle vendite su piattaforme locali, con un incremento medio compreso tra il 6,9% e il 13,9%. Al contrario, la chiusura di uno store può penalizzare anche le performance su web, dimostrando l’importanza di una presenza omnicanale coerente e integrata lungo tutto il percorso d’acquisto.

Il volantino come strumento per il Drive to Store

Il volantino promozionale, pur nella sua forma tradizionale, continua a rappresentare uno strumento ad alta redditività per il drive-to-store, in grado di generare traffico qualificato verso il punto vendita. La sua evoluzione digitale ha ulteriormente potenziato l’efficacia dello strumento, offrendo vantaggi misurabili in termini di efficienza operativa, profilazione dell’utenza e tracciabilità delle conversioni. Attraverso formati dinamici e interattivi, i volantini digitali permettono una distribuzione omnicanale altamente targettizzata, con un impatto positivo sulla customer engagement.

Retailer di rilievo come Carrefour Italia, Aldi ed Eté hanno già integrato canali conversazionali come WhatsApp Business nelle proprie strategie di comunicazione, sfruttando la messaggistica diretta per veicolare offerte personalizzate, geolocalizzate e ad alta rilevanza contestuale.

Trend e numeri

Nel 2024, stando ad alcune ricerche condotte da Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano, il valore complessivo degli acquisti online in Italia ha superato quota 58,8 miliardi di euro, registrando una crescita del +6% rispetto al 2023. Nello specifico, i servizi hanno trainato l’incremento con un +8% (20,6 miliardi di euro), mentre il comparto prodotti ha mantenuto un trend positivo del +5%, raggiungendo 38,2 miliardi di euro.

Alcuni settori hanno evidenziato performance particolarmente dinamiche, tra cui Arredamento & Home Living e Beauty & Pharma (+12% ciascuno), seguiti dal Food & Grocery (+7%). Nonostante l’espansione del canale online, non si è registrata alcuna variazione sostanziale nella distribuzione tra vendite digitali e fisiche, a conferma dell’importanza strutturale del retail tradizionale nel panorama commerciale italiano.

Un’ulteriore validazione arriva dall’analisi condotta da McKinsey, secondo cui nel 2025 circa l’85% del totale delle vendite retail sarà generato nei negozi fisici. Il punto vendita, dunque, non può più essere considerato un canale alternativo rispetto all’ecommerce, bensì un touchpoint chiave nella customer experience, capace di generare valore relazionale e commerciale. A supporto di questa tendenza, i dati relativi al 2024 indicano un aumento del traffico nei punti vendita pari a +0,4% su base annua, segnalando una ripresa dell’engagement fisico anche in un contesto altamente digitalizzato.

La gamification per incrementare l’engagement

L’uso della gamification può incrementare significativamente l’engagement degli utenti, incentivando le visite al negozio e aumentando la fedeltà dei clienti. Casi di successo come Flying Tiger Copenhagen e Starbucks dimostrano l’efficacia di questa strategia, con risultati tangibili in termini di aumento della spesa media e maggiore frequenza d’acquisto. Il primo ha lanciato un’app interattiva in grado di premiare gli acquisti e la frequentazione nei punti vendita, e di instaurare quindi con l’utente una relazione emotiva e una connessione profonda. Starbucks, per contro, ha saputo unire fisico e digitale attraverso un programma che permette ai clienti di vincere caffè gratuiti per una settimana, un mese o un anno completando sfide e superando mini-games.

Il Drive to Store in Italia

A fronte della crescente complessità dei percorsi d’acquisto e della domanda di soluzioni sempre più integrate, anche il mercato italiano vede l’emergere di realtà specializzate nella progettazione di campagne geolocalizzate ad alta precisione. Aziende come Shopfully, RetailTune, Local Mindset, Beintoo e Locala stanno ridefinendo i paradigmi del marketing territoriale, combinando analisi predittiva, dati first e third party, e tecnologie di location intelligence.

Attraverso piattaforme proprietarie e approcci data-driven, questi player sono in grado di ottimizzare la visibilità a livello locale, incrementare il traffico qualificato in-store e offrire ai brand strumenti per attivare l’audience in modo mirato e misurabile. Si tratta di un ecosistema in evoluzione, in cui la capacità di orchestrare touchpoint fisici e digitali su base locale diventa leva operativa per creare esperienze di prossimità ad alto impatto.

Conclusione

Integrare strategie Drive to Store e approcci omnicanale non è dunque più una scelta, ma un imperativo strategico. Questa sinergia consente ai brand di offrire esperienze memorabili e coerenti, migliorando la competitività e garantendo una crescita sostenibile nel tempo, sempre nell’ottica della crescente centralità di un approccio full-channel all’interno delle strategie commerciali.

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Verso una comunicazione inclusiva e accessibile Un contributo di Triplesense Reply

I temi dell’inclusività e dell’accessibilità sono oggi centrali nella comunicazione: non solo come aspetti etici, ma anche come leve strategiche per le organizzazioni e per chi opera nel campo del design, dei contenuti, della progettazione. La comunicazione ha il potere di influenzare profondamente percezioni, modelli di riferimento e accesso alle informazioni, pertanto chi lavora nel settore ha la responsabilità di dar vita a nuove narrazioni, abbattendo stereotipi e ampliando l’immaginario comune.
Questo white paper esplora l’importanza di integrare approcci e strategie che abbraccino la diversità e garantiscano un accesso equo alle informazioni, essenziali in una società sempre più interconnessa.

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Il Pitch Report di andzup è ON AIR! H1+H2 2024

Il Pitch Report di andzup è
ON AIR!

Questa volta la nostra Pitchlist si arricchisce di un report completo volto a fornire  ai professionisti del settore uno strumento di intelligence strategico sulle dinamiche competitive del mercato ADV.

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Attraverso dati e insight, il documento supporta le agenzie e i decision maker nella mappatura delle opportunità, nel benchmarking delle assegnazioni e nella comprensione delle evoluzioni del rapporto brand-agency.

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Cosa troverai all’interno:

 

PITCHLIST 2024 (H1+H2)

Un’overview esclusiva di tutte le gare 2024 dei TOP Advertisers comunicate a fonte stampa relative al 2024 (esclusi incarichi diretti), con dettaglio su brand, agenzia vincitrice e data di attribuzione.

I più grandi network pubblicitari

Mappatura delle principali holding di comunicazione presenti sul mercato italiano con il dettaglio su struttura e settore di attività.

ANALISI COMPARATIVA BIENNIO 2023-2024

Analisi comparativa biennio 2023-2024 di tutti i nuovi incarichi adv, complessiva sia di gare effettive che di tutte le assegnazioni avvenute tramite incarico diretto comunicate a fonte stampa.

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Verso una comunicazione inclusiva e accessibile Un contributo di Triplesense Reply

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Verso una comunicazione inclusiva e accessibile

Un contributo di Triplesense Reply

I temi dell’inclusività e dell’accessibilità sono oggi centrali nella comunicazione: non solo come aspetti etici, ma anche come leve strategiche per le organizzazioni e per chi opera nel campo del design, dei contenuti, della progettazione. La comunicazione ha il potere di influenzare profondamente percezioni, modelli di riferimento e accesso alle informazioni, pertanto chi lavora nel settore ha la responsabilità di dar vita a nuove narrazioni, abbattendo stereotipi e ampliando l’immaginario comune.


Questo white paper esplora l’importanza di integrare approcci e strategie che abbraccino la diversità e garantiscano un accesso equo alle informazioni, essenziali in una società sempre più interconnessa.

Introduzione

Nell’era digitale, le aspettative delle persone rispetto alla comunicazione sono cambiate radicalmente. Oggi comunicare significa non solo diffondere messaggi, ma costruire esperienze autentiche, inclusive e accessibili, per creare un impatto reale e duraturo.

Ma cosa intendiamo per “Inclusività” e “Accessibilità”?
I due termini rappresentano aspetti distinti ma fortemente complementari:

  • Inclusività significa rappresentare in modo fedele e rispettoso esperienze e identità diverse. Ha a che fare con il riconoscimento di individualità e scelte altrui.

  • Accessibilità, in ambito informatico e di design, implica il progettare contenuti, servizi e piattaforme che siano facilmente fruibili da tutte le persone, a prescindere dalle loro abilità o dalle tecnologie utilizzate. La materia è regolata da normative che definiscono indicatori e standard da rispettare.

La sfida della rappresentazione: verso un immaginario plurale

Lo stato attuale

Secondo un report di CreativeX del 2023, su oltre 126.000 spot di tutto il mondo, solo il 4% delle persone rappresentate ha più di 60 anni. Significa che le persone di età più elevata non occupano quasi nessuno spazio nell’immaginario comune e, se capita, sono restituite in modo stereotipato o negativo. Un “bias” di rappresentazione che si estende anche alle nuove generazioni di origine straniera, alla comunità LGBTQIA+ e alle persone con disabilità. Rappresentazioni non inclusive riducono la visione del pubblico, limitandolo a modelli standardizzati e convenzionali.

Implicazioni

La sfida è dunque creare nuove narrazioni rispettose della diversità umana, valorizzando la pluralità delle esperienze e aprendo a modelli inclusivi, per permettere a chiunque di rispecchiarsi nella comunicazione.

Il potere del linguaggio: accogliere con le parole

Bias linguistici

Secondo il report “Language Bias in Performance Feedback 2024”, le donne hanno sette volte più probabilità di interiorizzare stereotipi negativi rispetto agli uomini. Un aspetto che si riflette anche nel linguaggio, che storicamente ha sempre usato l’uomo come parametro unico. È per questo che, ad esempio, continuiamo a usare il maschile sovraesteso o abbiamo difficoltà nell’adottare i femminili professionali.

Il linguaggio cambia con noi

Scegliere le parole con cura è un passo cruciale per contribuire a contrastare forme di discriminazione e per favorire una comunicazione rispettosa. Oggi le possibilità di cambiamento sono concrete e necessarie. Usare le parole in modo più consapevole ci permette di ampliare l’orizzonte comune, per far sì che tutte le persone si sentano “viste” e accolte.

Progettare esperienze accessibili e inclusive

Il contesto attuale

Circa il 15% della popolazione mondiale vive con una qualche forma di disabilità, temporanea o permanente (Beyond Accessibility Compliance, Sukriti Chadha). Questo vuol dire che nonostante i progressi, milioni di persone possono incontrare ostacoli nella fruizione di un prodotto o servizio, specie se online. Le barriere digitali limitano fortemente l’accesso alla vita sociale e professionale. Ecco perché oggi il tema dell’accessibilità diventa imprescindibile.

Soluzioni strategiche

Per creare accessibilità, è essenziale adottare pratiche di design universale e soluzioni “usabili” indipendentemente da hardware, software, lingua o abilità.
Strumenti come la verifica della leggibilità, la traduzione multilingua, l’uso di immagini alt-text, e il design responsivo diventano essenziali.

Design accessibile

Per rendere un contenuto accessibile, occorre integrare soluzioni e accorgimenti di design specifici già in fase di progettazione, come ad esempio:

–       Contrasti cromatici per migliorare la leggibilità;

–       Testi alternativi per le immagini, così che le persone con disabilità visive possano accedere alle informazioni;

–       Sottotitoli e trascrizioni di contenuti audio e video, per utenti con problemi uditivi;

–       Struttura semplificata e chiara del testo per agevolare la comprensione a chi ha disabilità cognitive o di apprendimento.

Conclusioni

Creare esperienze accessibili non solo permette a tutte le persone di partecipare pienamente alla vita sociale, culturale e professionale, ma amplia anche il potenziale bacino di utenza. Adottare pratiche accessibili e un linguaggio inclusivo è dunque un’opportunità per incrementare la portata dei propri contenuti e rafforzare il brand. Non si tratta quindi di “trend”, ma di componenti essenziali per una comunicazione moderna e responsabile.

Vuoi approfondire?

Nel podcast Fuori Standard, Triplesense Reply propone spunti pratici e approfondimenti per un design accessibile e un linguaggio rispettoso, contribuendo a favorire una società più equa e inclusiva.
Ascolta tutti gli episodi e scopri come creare forme di comunicazione capaci di accogliere e valorizzare le sfumature della diversità umana.

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Verso una comunicazione inclusiva e accessibile Un contributo di Triplesense Reply

I temi dell’inclusività e dell’accessibilità sono oggi centrali nella comunicazione: non solo come aspetti etici, ma anche come leve strategiche per le organizzazioni e per chi opera nel campo del design, dei contenuti, della progettazione. La comunicazione ha il potere di influenzare profondamente percezioni, modelli di riferimento e accesso alle informazioni, pertanto chi lavora nel settore ha la responsabilità di dar vita a nuove narrazioni, abbattendo stereotipi e ampliando l’immaginario comune.
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Conciliare efficacia e conformità: come gestire il tuo prospecting B2B rispettando il GDPR

Gli articoli dei nostri esperti

B2B e GDPR: come conciliare efficacia e conformità nella prospezione commerciale

Base de données marketing BtoB

Nel mondo del B2B la prospezione commerciale è uno strumento fondamentale per far crescere il business delle imprese. Tuttavia, dal 2018, con l’introduzione del GDPR (Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati), le aziende sono chiamate a bilanciare l’efficacia delle loro strategie con il rispetto delle norme europee sulla gestione dei dati.

In questo articolo, scoprirai come adottare metodi innovativi di prospezione B2B rispettando il GDPR per ottenere risultati efficaci e conformi alle regole.

Capire il GDPR: l’impatto sui dati personali nel B2B

Il GDPR tutela i dati personali dei cittadini europei. In ambito B2B, anche le informazioni relative ai contatti professionali (nome, email aziendale, numero di telefono) rientrano nella categoria dei dati personali. Questo impone alle aziende di adattare le loro pratiche per garantire che il trattamento di queste informazioni rispetti i principi di trasparenza, sicurezza e gestione definiti dal regolamento.

Il mancato rispetto del GDPR può comportare sanzioni significative e compromettere la reputazione aziendale.

Punti chiave per garantire la conformità al GDPR

1. Consenso e diritti degli interessati

Nel B2B, il consenso esplicito non è sempre richiesto come nel B2C, ma è essenziale rispettare il diritto degli individui a non ricevere comunicazioni indesiderate. Assicurati che la raccolta e il trattamento dei dati personali siano trasparenti e rispettino i diritti degli interessati, compreso il diritto alla cancellazione delle loro informazioni.

2. Legittimo interesse: una base legale valida

In ambito B2B, il legittimo interesse è spesso utilizzato come base legale per la prospezione, permettendo di contattare i potenziali clienti senza consenso preventivo. Tuttavia, è necessario:

  • Garantire che i contatti siano pertinenti e non invasivi.

  • Trattare solo dati strettamente necessari.

  • Giustificare l’utilizzo dei dati per un reale bisogno professionale.

3. Trasparenza e informazione

Informa chiaramente i tuoi prospect sull’utilizzo dei loro dati al momento della raccolta. Un richiamo alla politica di privacy o alle modalità di trattamento può essere incluso in ogni comunicazione, rafforzando la fiducia.

4. Conservazione e sicurezza dei dati

Rispetta i limiti di conservazione previsti dal GDPR, mantenendo le informazioni personali solo per il tempo necessario al raggiungimento degli obiettivi aziendali. Adotta un sistema per eliminare regolarmente i dati obsoleti, garantendo al contempo la loro sicurezza.

Basi di dati B2B: qualità e conformità al GDPR

Una Data Platform aggiornata e conforme è essenziale per un trattamento dei dati efficace e sicuro. Ecco alcune pratiche consigliate:

  • Validazione delle informazioni: Utilizza strumenti affidabili per verificare regolarmente i dati e rimuovere quelli non validi o non conformi.

  • Segmentazione intelligente: Organizza i tuoi contatti per inviare messaggi mirati e pertinenti, riducendo il rischio di violazioni.

  • Conservazione limitata: Elimina regolarmente i dati non più necessari per rispettare i requisiti del GDPR.

Strumenti e metodi di prospezione conformi al GDPR

Anche in un contesto regolamentato, esistono soluzioni che permettono di ottenere risultati commerciali rispettando il GDPR.

1. Cold outreach responsabile

L’email marketing è uno strumento prezioso per il B2B, ma deve essere utilizzato in modo conforme:

  • Includi un link di disiscrizione visibile.

  • Spiega chiaramente l’origine dei dati.

  • Assicurati che l’email sia pertinente e giustificata dal legittimo interesse.

2. Inbound marketing

L’inbound marketing è ideale per il GDPR: creando contenuti di valore, i prospect forniscono volontariamente i loro dati in cambio di risorse utili, garantendo una raccolta trasparente e conforme.

3. Networking digitale

Piattaforme come LinkedIn sono ottime per costruire relazioni di fiducia prima di avviare azioni commerciali, integrandosi perfettamente nel rispetto delle normative GDPR.

Conclusione: conformità GDPR e soluzioni personalizzate con andzup

Il GDPR non deve essere visto come un ostacolo, ma come un’opportunità per migliorare la qualità delle campagne di prospezione, rafforzando la fiducia dei prospect.

Con andzup offriamo soluzioni di prospezione B2B conformi al GDPR, specificamente pensate per i settori del marketing e della comunicazione. Grazie a una piattaforma aggiornata e sicura, ti aiutiamo a raggiungere i tuoi prospect ideali e generare lead qualificati rispettando tutte le normative.

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Verso una comunicazione inclusiva e accessibile Un contributo di Triplesense Reply

I temi dell’inclusività e dell’accessibilità sono oggi centrali nella comunicazione: non solo come aspetti etici, ma anche come leve strategiche per le organizzazioni e per chi opera nel campo del design, dei contenuti, della progettazione. La comunicazione ha il potere di influenzare profondamente percezioni, modelli di riferimento e accesso alle informazioni, pertanto chi lavora nel settore ha la responsabilità di dar vita a nuove narrazioni, abbattendo stereotipi e ampliando l’immaginario comune.
Questo white paper esplora l’importanza di integrare approcci e strategie che abbraccino la diversità e garantiscano un accesso equo alle informazioni, essenziali in una società sempre più interconnessa.

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Mercato pubblicitario televisivo 2024: gli investimenti tra TV lineare e CTV

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Mercato pubblicitario televisivo 2024:
gli investimenti tra TV lineare e CTV

Base de données marketing BtoB

Oggi, 21 Novembre, si celebra la Giornata Mondiale della Televisione.

Un mezzo che, dalla sua nascita ad oggi, è stato protagonista di un cambiamento a dir poco radicale, passando da mezzo unidirezionale e influente a contenitore flessibile e interattivo che si adatta alle esigenze e ai desideri dell’utente moderno e che poco ha a che fare con la classica impostazione top-down del mezzo televisivo. Non più le emittenti che decidono cosa trasmettere e quando, bensì l’utente che, con le piattaforme di streaming e le Smart TV, sceglie cosa guardare e quando, rompendo i tradizionali schemi di programmazione.

È evidente che una simile evoluzione abbia un impatto significativo sui player del mercato, tra strategie di contenuto, modelli di business innovativi, ridefinizione del ruolo dei media tradizionali e nuove prospettive di crescita.

I numeri

Ma guardiamo ai numeri: secondo le stime degli Osservatori Internet Media della School of Management del Politecnico di Milano, il mercato pubblicitario televisivo in Italia nel 2024 raggiungerà un valore stimato di 4,3 miliardi di euro, registrando una crescita del +6% rispetto all’anno precedente. Un dato che conferma l’importanza del mezzo, che rappresenta ancora il 39% degli investimenti pubblicitari totali in Italia.

Tra i driver principali di questa crescita troviamo il digital advertising legato alle CTV, un settore che sta crescendo rapidamente e che si prevede toccherà quota 568 milioni di euro nel 2024, con un incremento del +21% rispetto al 2023: la cosiddetta “TV 2.0“, come definita dagli Osservatori, che include soluzioni innovative come l’Addressable TV, le app su CTV e il programmatic. Questi trend rappresentano il ponte tra il modello televisivo tradizionale e le nuove frontiere della pubblicità digitale, aprendo opportunità inedite per gli inserzionisti.

Innovazioni nel mercato pubblicitario TV: tra tradizione e digital

La trasformazione del settore televisivo è guidata da una crescente integrazione tra modelli tradizionali e nuove tecnologie. Analizziamo alcune delle principali tendenze:

Addressable TV

L’Addressable TV rappresenta una delle innovazioni più rilevanti nel panorama pubblicitario televisivo, consentendo di superare l’approccio tradizionale “one-to-many” tipico della TV lineare. Grazie all’utilizzo di dati granulari—demografici, comportamentali e geografici—e alla tecnologia HbbTV o set-top box avanzati, questa soluzione abilita la delivery di contenuti pubblicitari personalizzati a specifici segmenti di audience, garantendo una maggiore rilevanza del messaggio. Questo modello incrementa l’efficienza delle campagne, permettendo ai brand di ottimizzare il media mix con strategie data-driven e di migliorare il ROI complessivo.

App su Connected TV

Le applicazioni su CTV aprono opportunità inedite per le campagne pubblicitarie, integrando gli annunci direttamente all’interno delle interfacce delle app o dei contenuti fruiti dagli utenti. Questa soluzione non solo garantisce un’esperienza pubblicitaria non intrusiva, ma permette anche di interagire con un pubblico altamente targettizzato e coinvolto.

Programmatic

Allo stesso modo, anche il Programmatic Advertising sta rivoluzionando la gestione delle inventory pubblicitarie televisive, introducendo un approccio automatizzato e data-driven nell’acquisto e nella vendita di spazi adv. Attraverso piattaforme DSP (Demand-Side Platform), gli inserzionisti possono acquistare impression in tempo reale, garantendo una precisione senza precedenti nel targeting e una maggiore flessibilità nella gestione delle campagne.

Concludiamo

In definitiva, ci troviamo in una fase cruciale di evoluzione strategica, in cui la solidità del tradizionale si fonde con le opportunità offerte dalle tecnologie digitali, creando un panorama pubblicitario unico. Una frontiera che rappresenta non solo un’innovazione tecnologica, ma un vero e proprio game changer per il mercato degli investimenti pubblicitari, con prospettive di crescita sempre più rilevanti.

Il valore del mezzo TV, con la sua quota stimata entro il 2024 di 4,3 miliardi di euro, si conferma centrale, grazie a una combinazione efficace di broadcast tradizionale e tecnologie digitali. La pubblicità su TV in crescita dimostra come l’integrazione con il digitale possa ampliare le opportunità di targeting e misurazione, consentendo agli operatori del settore di massimizzare i risultati e ottenere ROI sempre più elevati.

In un contesto dove tradizione e innovazione convergono, il successo dipenderà dalla capacità di sviluppare strategie omnichannel che sfruttino sia la portata del broadcast tradizionale, sia la precisione del digitale, garantendo performance scalabili e risultati misurabili per i brand. È fondamentale evidenziare il ruolo della televisione, che rimane un pilastro importante nel panorama degli investimenti pubblicitari in Italia, capace di adattarsi ai nuovi trend e di rispondere alle esigenze di un mercato in continua evoluzione.

La vera sfida per gli advertisers sarà quella trasformare queste opportunità in un vantaggio competitivo, posizionandosi in maniera strategica in un comparto che sta ridefinendo le sue priorità. L’evoluzione del settore non si misura solo in numeri, ma nella capacità di innovare e sfruttare la sinergia tra tradizione e innovazione per sostenere la crescita del mercato pubblicitario.

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Verso una comunicazione inclusiva e accessibile Un contributo di Triplesense Reply

I temi dell’inclusività e dell’accessibilità sono oggi centrali nella comunicazione: non solo come aspetti etici, ma anche come leve strategiche per le organizzazioni e per chi opera nel campo del design, dei contenuti, della progettazione. La comunicazione ha il potere di influenzare profondamente percezioni, modelli di riferimento e accesso alle informazioni, pertanto chi lavora nel settore ha la responsabilità di dar vita a nuove narrazioni, abbattendo stereotipi e ampliando l’immaginario comune.
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Sponsorizzazioni sportive: quali opportunità per i brand?

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Sponsorizzazioni sportive:
quali opportunità per i brand?

Base de données marketing BtoB

Le sponsorship in ambito sportivo rappresentano una strategia cruciale nel communication mix di tutti quei brand che desiderano raggiungere un’audience varia e diversificata. Uno strumento non convenzionale attraverso cui l’azienda non promuove direttamente sé stessa o i suoi prodotti e servizi, ma si lega ai valori associati all’evento o all’attività sponsorizzata per ottenere dei vantaggio competitivi.

Sì, ma quali?

  1. Brand awareness amplificata – La visibilità continua durante gli eventi sportivi accelera il riconoscimento del marchio, facendolo emergere il nella mente dei consumatori e superando la concorrenza.
  2. Associazione a valori positivi – Lo sport promuove ideali come fair play, resilienza e lavoro di squadra, trasferendo al brand un’immagine positiva e rafforzando la sua identità con un forte impatto emotivo.
  3. Engagement e connessioni emotive – Le sponsorizzazioni sportive creano un legame emotivo, accrescendo l’engagement e favorendo interazioni più profonde, con impatti positivi sulla propensione all’acquisto.
  4. Opportunità di cross-marketing – Collaborazioni tra brand, sponsor e organizzatori rafforzano la visibilità reciproca, ottimizzando la portata delle campagne e allineandosi agli obiettivi di marketing condivisi.
  5. Leads e conversioni dirette – Le sponsorizzazioni integrate con campagne digitali generano leads e conversioni dirette, massimizzando il ROI attraverso azioni mirate e call-to-action.

Il valore di mercato delle sponsorizzazioni sportive

Il valore del mercato delle sponsorizzazioni sportive è cresciuto significativamente raggiungendo cifre record: 71 mld di ricavi entro i prossimi tre anni (fonte: GlobeNewswire) e 92 mld entro il 2027, con un +41% rispetto al 2021 (fonte: Research and Markets)

Se guardiamo al mercato europeo, secondo un’analisi della European Sponsorship Association in collaborazione con Nielsen Sports, l’industria delle sponsorizzazioni in Europa ha raggiunto un volume d’affari complessivo di 30,9 miliardi di euro, di cui il 71% è legato alle sponsorizzazioni sportive.

Ma se questa industry attira in misura sempre maggiore l’attenzione dei marketer, cosa succede lato agenzie?

Rispondiamo così, per citare solo un paio di esempi:

A dimostrazione di come, la crescente necessità di competenze e specializzazioni, abbia portato anche le stesse agenzie di comunicazione e i network internazionali ad attrezzarsi per aiutare i marchi che investono nello sport a creare esperienze rilevanti per le persone sfruttando le tendenze emergenti, e ad ottenere importanti risultati di business lavorando sulla valorizzazione delle sponsorship. Tutto sa nel saper trasformare una semplice sponsorizzazione in un’esperienza coinvolgente che abbia un impatto economico significativo per tutti i soggetti coinvolti: questa è la nuova leva del marketing sportivo.

Focus sul tennis: le attivazioni dei brand ai Nitto ATP

E adesso tocca a loro.

Sì, abbiamo sede a Torino. E sì, questa settimana Torino ospita le Nitto ATP Finals.

Potevamo forse esimerci dal guardare al settore del tennis per fare un breve excursus su quello che rappresentano oggi le Nitto ATP? La risposta è, ovviamente, NO 😊

E il motivo è duplice:

Da un lato il volume d’affari che gira attorno all’evento: solo nell’ultimo anno c’è stato un incremento del 50% delle entrate derivanti dalle sponsorizzazioni (fonte: www.sportefinanza.it). Grandi marchi come Lexus, Yokohama, Haier, Waterdrop, LongiSolar, Sense Arena, OFX e Fitline hanno fatto il loro ingresso nel roster degli sponsor. Senza dimenticare il fondo saudita PIF, che da questa stagione è naming partner ufficiale delle classifiche ATP. Ma non solo nuovi ingressi: marchi iconici come Lacoste, Dunlop e Asti Docg hanno rinnovato il loro supporto, insieme a Emirates, Nitto e Rolex, che restano partner premium e gold sponsor. Secondo quanto riporta il portale 2playbook.com, la principale competizione tennistica ha raggiunto un fatturato record nel 2024 grazie alle sue alleanze commerciali ma l’asticella può spostarsi ancora più in alto. Entro il 2026 è prevista una crescita dell’89%.

Dall’altro la sua evoluzione culturale. Perché, lungi dall’essere mera competizione tennistica, gli ATP si sono evoluti in manifestazione culturale a tutti gli effetti in grado di attirare il pubblico non solo per l’aspetto sportivo, ma anche per l’esperienza complessiva che offrono e che arriva a coinvolgere città, sponsor e audience in maniera quasi totalizzante. Ecco qui spiegato l’accesso ad un pubblico ampio e diversificato.

Ma quindi, alla luce di tutto quanto è stato detto, in che modo i brand si sono attivati per creare delle esperienze immersive nella settimana delle Nitto ATP Finals?

Vediamo alcune iniziative promosse:

  • Partiamo da Lavazza, che rinnova per il quarto anno consecutivo la partnership con le Nitto ATP Finals 2024 come Platinum Partner e che punta a creare per i fan di Sinner un’esperienza di brand unica e memorabile, rilanciando la sua immagine di ambasciatore dell’eccellenza italiana e attirando i partecipanti con interazioni speciali che abbracciano molteplici touchpoint.

  • Citiamo poi Haier, che insieme a Youfirst ha ideato una serie di attivazioni ed esperienze interattive che renderanno il pubblico protagonista con una serie di challenge ed experience progettate per esaltare le soluzioni innovative dell’azienda e i suoi prodotti.

  • Iren luce gas e servizi, che sarà presente nei giorni della manifestazione con una serie di attività che coinvolgeranno i cittadini: tra queste spicca la Switch Off Challenge che, in via Lagrange, dal 3 al 13 novembre 2024, unirà sport e sensibilizzazione sul risparmio energetico sfidando il pubblico a spegnere un interruttore della luce colpendolo con una pallina da tennis.

  • Emirates, che ha creato un’installazione ispirata ai viaggi di lusso, con una cabina di simulazione che offre un assaggio dell’esperienza della prima classe. I visitatori possono scattare selfie con sfondi di famose destinazioni, creando così un’esperienza immersiva che rafforza l’immagine premium della compagnia aerea.

  • Rolex, che ha realizzato un’area espositiva con l’obiettivo di mettere in mostra modelli iconici di orologi legati allo sport, offrendo un’esperienza sofisticata e altamente curata. I visitatori possono apprezzare i dettagli di ciascun modello e partecipare a presentazioni sull’artigianato e sulla storia dell’azienda, consolidando la reputazione di Rolex attraverso una sponsorship orientata al lusso.

Tutti questi esempi dimostrano come il brand sponsorship possa essere sfruttato efficacemente per creare esperienze di marketing coinvolgenti e personalizzate, elevando l’immagine del marchio e consolidando il legame emotivo con l’audience.

L’efficacia delle sponsorizzazioni si conferma, dunque, nel rendere ogni interazione un momento memorabile e coerente con l’identità aziendale, massimizzando così il ritorno sull’investimento in termini di visibilità e engagement.

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I temi dell’inclusività e dell’accessibilità sono oggi centrali nella comunicazione: non solo come aspetti etici, ma anche come leve strategiche per le organizzazioni e per chi opera nel campo del design, dei contenuti, della progettazione. La comunicazione ha il potere di influenzare profondamente percezioni, modelli di riferimento e accesso alle informazioni, pertanto chi lavora nel settore ha la responsabilità di dar vita a nuove narrazioni, abbattendo stereotipi e ampliando l’immaginario comune.
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Cold outreach: strumenti, best practices e strategie efficaci per la lead generation

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Cold Outreach: strumenti, best practices e strategie efficaci per la lead generation

Base de données marketing BtoB

Il cold outreach rappresenta uno degli strumenti più potenti per le aziende che vogliono acquisire nuovi clienti e generare lead qualificati. Ottenere risultati concreti richiede però un approccio strategico e ben pianificato: l’impiego di e-mail generiche o non personalizzate, senza un’analisi dettagliata del destinatario, può facilmente portare all’insuccesso. Il vero segreto di una strategia vincente è rendere ogni contatto personalizzato, mirato e basato su dati concreti e reali, in modo da massimizzare le possibilità di conversione.

In questo articolo esploreremo non solo le best practices da implementare, ma anche gli strumenti e le tecniche avanzate che possono aiutarti a distinguerti in un contesto competitivo, potenziando il tuo funnel di vendita.

Come puoi quindi strutturare le tue e-mail di cold outreach per aumentare i tassi di risposta?

Introduzione al cold outreach

Il cold outreach consiste nell’inviare messaggi o e-mail a prospect selezionati con cui non hai avuto precedenti interazioni. È un metodo proattivo utilizzato nel B2B, dove il ciclo di vendita è spesso lungo e complesso, per stabilire nuove connessioni e generare lead.

Un aspetto cruciale del cold outreach è l’importanza di un messaggio ben strutturato e personalizzato: e-mail mirate hanno più probabilità di catturare l’attenzione dei decision makers in un contesto in cui ognuno di noi è letteralmente bombardato da decine di comunicazioni.

Best practices per un cold outreach di successo

Per ottenere il massimo dal cold outreach, ci sono diverse best practices che possono aiutarti a migliorare l’efficacia della tua lead generation. Vediamo alcuni punti fondamentali che possono fare la differenza.

1. Personalizzazione

Uno dei principali errori che si commette nell’implementazione di una strategia di cold outreach è inviare e-mail generiche assimilabili allo spam. I decisori aziendali a cui inviamo e-mail B2B, tendono a ignorare immediatamente messaggi che non risultano personalizzati.

Per creare un primo impatto positivo, è fondamentale investire tempo nella personalizzazione dell’e-mail: raccogli informazioni dettagliate sull’azienda e sul destinatario. Puoi fare riferimento a eventi recenti come una fusione, un’acquisizione, un nuovo lancio di prodotto o una modifica nelle posizioni aziendali chiave. Questi dettagli non solo dimostrano che sei informato, ma ti aiutano a creare un messaggio che risponde direttamente ai loro bisogni attuali.

Un valido metodo per personalizzare il messaggio è menzionare problematiche specifiche che il tuo interlocutore potrebbe affrontare e offrire soluzioni che la tua realtà può fornire. Ad esempio, se hai notato che la loro azienda ha appena annunciato una nuova partnership, potresti parlare di come i tuoi servizi possono aiutarli a massimizzare i benefici di tale accordo.

2. Dati e insight per un targeting preciso

Un altro fattore critico per il successo del cold outreach è il targeting. Inviare messaggi a una lista generica di contatti senza avere dati concreti sugli interlocutori riduce drasticamente le possibilità di successo. Disporre di insight approfonditi ti permette di identificare i contatti giusti, per raggiungerli con il messaggio giusto al momento giusto.

Strumenti avanzati di analisi, come newsfeed aziendali e piattaforme di intelligence, possono fornirti aggiornamenti in tempo reale su cambiamenti organizzativi, decisioni strategiche o nuovi obiettivi aziendali. Elementi, questi, che ti permettono di comprendere meglio le esigenze del tuo potenziale cliente e di inviare e-mail tempestive, offrendo soluzioni concrete ai loro problemi attuali.

Per esempio, se un’azienda ha recentemente riorganizzato il proprio dipartimento IT, potrebbe essere il momento perfetto per proporre una soluzione tecnologica che possa migliorare l’efficienza operativa. Avere queste informazioni ti consente di strutturare un messaggio altamente rilevante, aumentando le tue possibilità di ricevere una risposta positiva.

3. Strutturare e-mail di follow-up

Una delle sfide principali nel cold outreach è mantenere un equilibrio tra perseveranza e invadenza. Impostare una piano di follow-up ben strutturato è cruciale per mantenere vivo l’interesse del potenziale cliente senza apparire insistente.

La chiave è creare messaggi che aggiungano valore, piuttosto che ripetere semplicemente la stessa richiesta. Ad esempio, puoi usare follow-up per condividere contenuti utili come case study rilevanti, rapporti di settore o una nuova offerta che risponde alle esigenze specifiche del destinatario.

Un esempio potrebbe consistere nell’invio di un primo messaggio che descriva brevemente come il tuo servizio può risolvere una problematica aziendale, seguito da un’e-mail con un case study di successo di un cliente simile. Questo non solo mantiene vivo l’interesse, ma dimostra anche il valore tangibile del tuo prodotto o servizio.

4. Misura e adatta la tua strategia per ottimizzare la lead generation

Un altro aspetto da non sottovalutare è la capacità di monitorare i risultati e adattare il tuo approccio in base alle prestazioni. Misurare le metriche chiave, come il tasso di apertura delle e-mail, le risposte ricevute e il tasso di conversione, è cruciale per capire cosa funziona e cosa no.

Utilizzare strumenti di analisi delle campagne di email è fondamentale: ti consente di accedere a dati preziosi sulle performance delle tue email per capire quali sono le comunicazioni che ricevono più interazione e quali devono essere ottimizzate.

Inoltre, puoi sperimentare con la lunghezza delle email, il tono utilizzato, l’oggetto della email e i contenuti condivisi. Ad esempio, potresti testare l’efficacia di spedire messaggi più brevi e diretti rispetto a comunicazioni più dettagliate, oppure puoi analizzare se l’invio di email con dati specifici o case study aumenta l’interesse del ricevente. E’ possibile che alcune comunicazioni abbiano un’efficacia maggiore ed è fondamentale comprendere quali.

5. Il potere del timing

Quanto conta il timing nel cold outreach? Sapere quando inviare un’email è spesso tanto importante quanto il contenuto della stessa. Un’email che raggiunge l’interlocautore nel momento sbagliato può ridurre significativamente le possibilità di ottenere una risposta.

Per ottimizzare il timing, puoi utilizzare tool che monitorano l’attività dell’azienda in tempo reale. Questo ti permette di individuare momenti chiave in cui è più probabile che il destinatario sia interessato a discutere di nuovi servizi. Ad esempio, se un’azienda ha appena annunciato una nuova iniziativa strategica, potrebbe essere il momento ideale per mandare un messaggio che propone un servizio in linea con quella direzione.

6. Usare la segmentazione per un outreach efficace

Un altro elemento essenziale per un cold outreach di successo è la segmentazione. Non tutti i potenziali clienti sono uguali, e trattarli come tali può ridurre l’efficacia delle tue email. Segmentare la tua lista di contatti in base a criteri come la dimensione dell’azienda, il settore di appartenenza, il ruolo aziendale e le esigenze specifiche ti permette di inviare messaggi mirati a ciascun segmento.

Conclusione

Il cold outreach è un’arte che richiede metodo, pianificazione e capacità di adattamento per ottenere risultati concreti. Adattare i tuoi messaggi, utilizzare dati per un targeting preciso, costruire una solida strategia di follow-up e monitorare costantemente le metriche di performance sono elementi chiave per rendere il tuo primo contatto più efficace.

Anche se può sembrare una sfida, con gli strumenti giusti e un approccio metodico, il cold outreach può diventare uno dei metodi più potenti per acquisire nuovi clienti e far crescere il tuo business. Inviare messaggi personalizzati e usare informazioni accurate rende le tue email una risorsa strategica per aumentare la lead generation e creare nuove opportunità di vendita.

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TBS group diventa opper

TBS Group diventa opper

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TBS Group compie un ulteriore step e diventa opper, confermando la sua ambizione di diventare leader europeo nelle soluzioni per i media

TBS Group compie un ulteriore step nella sua evoluzione strategica e si presenta al mercato con una nuova identità: opper. Il rebranding nasce con l’obiettivo di semplificare l’offerta del gruppo, rafforzare la sua visibilità e posizionamento, e consolidare la sua ambizione di diventare il leader europeo nel settore delle soluzioni media. Presente in Francia, Italia, Germania, Spagna e Benelux, opper supporta i suoi partner lungo tutta la catena di content & audience monetization. 

Con una piattaforma integrata e completa, opper è progettata per aiutare le aziende media a costruire modelli di business solidi e sostenibili nel tempo. Forte di una profonda expertise nel settore, le nostre soluzioni ottimizzano tutte le fasi della content & audience monetization. Questa nuova identità si concretizza anche attraverso il lancio del sito web: www.opper.io, online dal 3 ottobre 2024. 

opper ottimizza l’offerta del gruppo, rendendola più chiara sul mercato e facilitando interazioni più dirette ed efficaci con partner e users. Questa strategia riflette la nostra ambizione: diventare il riferimento europeo nella content & audience monetization.  

Il rebranding risponde a una precisa esigenza di semplificazione dell’immagine del gruppo, dopo anni di forte crescita. TBS Group ha acquisito diverse aziende e sviluppato numerose soluzioni, creando un ecosistema complesso, ma orientato a un unico obiettivo: supportare i player del settore media nella costruzione di modelli di business robusti. Il lancio di opper rappresenta l’apice di un percorso di riposizionamento strategico avviato oltre quattro anni fa. 

L’offerta di opper si articola in tre aree principali: data, software e servizi. Dalla prospezione all’engagement, fino alla gestione dei servizi, alla fatturazione e all’analisi dei ricavi, opper propone una gamma di soluzioni pensate per ottimizzare la crescita e la gestione dei ricavi pubblicitari e degli abbonamenti. 

Il nostro vantaggio competitivo? Una consolidata esperienza, maturata in oltre 30 anni di presenza nel settore media. Grazie a questa profonda conoscenza del mercato, affrontiamo in modo completo tutte le sfide legate alla gestione dei ricavi. Le nostre soluzioni si distinguono per il loro elevato contenuto innovativo, frutto di una strategia di ricerca e sviluppo sostenuta da investimenti costanti e consistenti. Questo approccio ci permette di offrire prodotti all’avanguardia, in grado di rispondere alle esigenze attuali e future del mercato. 

Per maggiori informazioni: www.opper.io

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Pitchlist Italia

La Pitchlist di andzup è nuovamente ON AIR! H1 2024

La Pitchlist di andzup è ON AIR!

Abbiamo raccolto le gare del primo semestre 2024 dei TOP Advertisers presenti sul mercato italiano per dare una panoramica completa di tutte le collaborazioni avviate dai brand a livello creativo, media e digitale.

Scarica la Pitchlist dell'H1 2024

Scarica la nostra Pitchlist!

Uno strumento utile nelle attività di prospecting, per orientarsi al meglio in un mercato dinamico e in costante evoluzione come quello dell’advertising.

Troverai inoltre una mappatura approfondita dei più grandi gruppi di comunicazione in Italia con il dettaglio sulle varie strutture e settori di attività.

NON PERDERTI INFORMAZIONI UTILI PER LA TUA PROSPEZIONE COMMERCIALE!

Una breve overview di cosa troverai all’interno:

300 gare TOP ADV

Prendi visione di tutte le gare H1 2024 dei TOP Advertisers presenti sul mercato italiano per scoprire le nuove collaborazioni avviate dai brand.

I più grandi network pubblicitari

Accedi alla mappatura dei 7 più grandi gruppi di comunicazione in Italia con il dettaglio sulle varie strutture e settori di attività e alle TOP independent agencies.

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