TBWA\Italia x Starbucks
Best of ADV | 4 luglio 2025
Da marchio a rituale: Starbucks diventa comportamento collettivo
Starbucks non ha solo trasformato il caffè in un rituale, ma in un comportamento codificato. Con il suo primo spot di brand in Italia, attiva una leva precisa: la community come asset strategico.
Il caffè non è il centro del messaggio.
Lo è il modo in cui le persone vivono Starbucks come spazio di relazione, continuità e riconoscibilità. Un contesto vissuto, condiviso, replicabile: presidio comportamentale, non solo commerciale.
È community-first, non product-first.
Il prodotto diventa marginale rispetto alla funzione sociale del brand.
Starbucks non offre un bene: offre un’abitudine condivisa.
Negli anni Starbucks ha costruito un ecosistema che va oltre la vendita: un’architettura comportamentale replicabile in ogni Paese, fondata su riconoscibilità visiva, rituali d’uso, codici di spazio.
Non è solo brand consistency: è sistema identitario che si adatta ma non deroga. E oggi, con questo spot, si dichiara anche in Italia. Un posizionamento che non parla di prodotto, ma di ciò che il brand consente di essere.
Perché ci è piaciuta?
Perché mostra come oggi l’identità di marca più solida non si costruisca sulla differenza di prodotto, ma sulla continuità d’uso sociale. Starbucks non intercetta il bisogno. Presidia l’abitudine.
Un caso di behavioral branding: quando il brand smette di rappresentare un’offerta e diventa parte di un comportamento collettivo.
La campagna è firmata da Anomaly, con adattamento creativo italiano a cura di TBWA\Italia, agenzia già partner del brand su precedenti attivazioni in cui ritroviamo Mirco Pagano (Chief Creative Officer) e Fabrizia Marchi (CEO). Il media planning è gestito da Spada Media Group, media partner storico del Gruppo Percassi, licenziatario esclusivo di Starbucks in Italia.